Menu principale:
Durante il mese di Febbraio il cielo è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali. Protagonista del cielo in direzione
meridionale è sempre Orione, con le tre stelle allineate della cintura (da sinistra: Alnitak, Alnilam e Mintaka) ed i luminosi
astri Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra).
Più in alto troviamo ancora le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell'Auriga con la brillante stella
Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce. A sinistra in basso rispetto ad Orione, il grande cacciatore, nella
costellazione del Cane Maggiore, brilla la notissima Sirio, la stella più luminosa del cielo.
Ancora più in alto, verso sinistra, la raffigurazione della caccia è completata dal Cane Minore, dove risplende Procione.
Verso Ovest, nelle prime ore della sera, c'è ancora tempo per veder tramontare le costellazioni autunnali di Andromeda,
del Triangolo, dei Pesci e dell'Ariete.
Restando tra le costellazioni zodiacali, un po' più impegnativo è invece il riconoscimento della piccola e debole costellazione
del Cancro, visibile tra i Gemelli e il Leone, che vedremo sorgere ad Est, seguito dalla Vergine.
Prendendo a riferimento la Stella Polare, possiamo riconoscere alcune note costellazioni del cielo settentrionale.
A Nord-
costellazione del Perseo.
Più spostata a Nord-
dei Cani da Caccia.
Il cielo del Mese UAI
La costellazione del Mese: Cane Maggiore
Il Cane Maggiore è visibile nel cielo serale nei mesi compresi fra dicembre e aprile, coincidenti nell'emisfero
boreale al periodo dell'inverno e della primavera; pur non essendo una costellazione molto estesa (ricopre solo
380 gradi quadrati di volta celeste), la sua individuazione in cielo è abbastanza semplice, grazie alla presenza
della brillante stella Sirio, che rappresenta il naso (o la bocca) del cane. Per individuare Sirio, qualora la sua elevata
luminosità non fosse sufficiente, si può sfruttare un asterismo molto noto e immediatamente riconoscibile:
la Cintura di Orione.
Prolungando verso sud-
riconoscibile perché costituisce il vertice meridionale di un altro grande asterismo, noto nell'emisfero boreale
col nome di Triangolo invernale, formato, oltre a Sirio, dalle brillanti stelle Procione (α Canis Minoris)
e Betelgeuse, la rossa α Orionis.
Mitologia del Cane Maggiore
Il Cane Maggiore è dominato dalla stella Sirio, anche chiamata la Stella del Cane, la stella più brillante di tutto
il firmamento, quasi sicuramente la sola a formare la costellazione all'inizio. Arato di Soli si riferì al Cane Maggiore
come al cane da guardia di Orione, che seguiva dappresso il suo padrone, ritto sulle zampe posteriori, con Sirio
racchiusa tra le sue ganasce. Manilio la chiamò «il cane dal muso adirato». Sembra che il Cane Maggiore attraversi
il cielo all'inseguimento della lepre, rappresentata appunto dalla costellazione della Lepre che sta sotto i piedi di Orione.
Gli studiosi di miti come Eratostene e Igino dicevano che la costellazione rappresentava Lelapo, un cane tanto veloce
che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Questo cane ebbe un lungo elenco di proprietari, una dei quali fu Procri, figlia
del Re Eretteo di Atene e moglie di Cefalo, ma i resoconti di come sia venuta in possesso dell'animale non sono unanimi.
Secondo una versione il cane le fu dato da Artemide, dea della caccia; ma una storia più verosimile dice che Lelapo è il cane
dato da Zeus a Europa e dal cui figlio Minosse, Re di Creta, fu passato a Procri. Insieme al cane le fu dato un giavellotto
che non mancava mai il bersaglio; questo si dimostrò un regalo sfortunato, poiché fu con esso che il marito Cefalo l'uccise
accidentalmente durante una partita di caccia.
Cefalo ereditò il cane e se lo portò dietro a Tebe (nella Beozia, a nord di Atene) dove una volpe malvagia stava devastando
la campagna. La volpe era tanto veloce da apparire destinata a non essere mai catturata. Tuttavia il cane da caccia Lelapo
era destinato ad acchiappare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Scattarono tanto veloci che era difficile persino seguirli con gli occhi.
Ci fu un attimo in cui sembrò che il cane fosse riuscito a stringere la sua preda fra le ganasce, ma se le ritrovò piene d'aria mentre
la volpe di Teumesso riprendeva a correre con rinnovata energia. Era un paradosso senza possibilità di soluzione e allora Zeus
tramutò entrambi in pietre, e sistemò il cane in cielo come il Cane Maggiore, senza la volpe.
Il nome Sirio viene dalla parola greca seiros che significa «che fa appassire» o «che inaridisce», molto appropriato per una cosa
così splendente. Ai tempi dei Greci il suo sorgere all'alba proprio prima del Sole segnava l'inizio della parte più calda dell'estate,
un periodo che da allora si chiamò Giorni del Cane (giorni canicolari). «Abbaiando lancia fiamme e raddoppia il caldo ardente
del Sole» disse Manilio, esprimendo l'opinione dei Greci e dei Romani che quella stella fosse portatrice di gran caldo.
Lo scrittore dell'antica Grecia Esiodo parlò di «teste e membra essiccate da Sirio», e Virgilio nelle Georgiche disse
«la torrida Stella del Cane spacca i campi».
Germanico Cesare sottolineò chiaramente cosa ci si doveva aspettare quando Sirio sorgeva insieme al Sole.
Rafforza i raccolti sani, ma uccide quelli dalle foglie aggrinzite o dalle radici deboli.
Questa descrizione del colore di Sirio è in contrasto con quella di Tolomeo che la descrisse rossastra,
contrasto questo che ha dato origine a diverse congetture.
Le foto del Mese