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il G.A.S. celebrerà il 50° anniversario del primo sbarco sulla Luna il 20 e 21 Luglio presso:
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Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera (LE)
https://www.facebook.com/events/2326750124265140/
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Lido Kum a Roca Vecchia -
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Lungomare degli eroi del Mare -
Apollo 11 – i primi passi sulla Luna
Neil A. Armstrong, Edwin A.Buzz Aldrin e Michael Collins tutti e tre i personaggi che componevano l’equipaggio dell’Apollo 11 erano nati nel 1930, si svegliarono in piena notte e in breve tempo erano pronti per la storica avventura: doccia, barba ed ultime visite mediche, qualche telefonata ai familiari. Arrivarono due ore e mezzo prima del via, giunsero in cima alla torre di lancio di Cape Kennedy con uno dei quattro ascensori del complesso 39-
Presso il centro di controllo di Houston erano pronti oltre quattrocento tecnici e scienziati, tra cui il progettista del progetto dei razzi Saturn, il tedesco Werner Von Braun, Rocco A. Petrone, direttore delle operazioni di lancio (di origini italiane).
Quindici secondi prima del decollo anche il sistema di guida fu reso autonomo e, a “meno dodici”, John King, portavoce ufficiale della NASA , iniziò a scandire il rituale del terminal countdown; a “meno nove”, gli inneschi pirotecnici diedero il via alla sequenza di accensione che ebbe inizio con la vampata del motore centrale del primo stadio del gigantesco Saturn 5, uno dopo l’altro gli altri quattro propulsori Rockedyne f-
Due minuti e quarantadue secondi dopo il lift-
Il viaggio, lungo 3 giorni, verso il suolo selenico era iniziato!!!
Dopo aver salutato Collins, che rimaneva sulla navicella madre Columbia in orbita intorno alla luna, Armstrong e Aldrin staccarono il LEM “Eagle” per dare inizio alle operazioni di sbarco, alle 12h46m del 20 luglio con la frase “the Eagle has wings” (l’Aquila ha le ali) Armstrong comunicava al centro di controllo di Houston l’avvenuto distacco del LEM dal modulo di servizio.
Una volta passati al di sotto dei quindici chilometri della superficie selenica (la quota massima che si era spinta il LEM di Apollo 10) per Armstrong e ALdrin iniziava la fase più rischiosa dell’intera missione: quella in cui avrebbero dovuto affrontare da soli incognite e problemi mai presentatisi prima ad alcuno. Giunti al di sopra della zona prescelta, si accorsero che era coperta di sassi e macigni non segnati sulle loro carte, talmente grandi da rendere lo sbarco praticamente impossibile. Con grande sangue freddo presero a manovrare il LEM Eagle (Armostrong ai comandi) come un elicottero, spostandosi verso una zona più accessibile. La discesa iniziò senza ulteriori problemi fino alla alle parole che a Houston attendevano: “Contacts light” le quattro sonde protese del LEM dalle zampe del LEM avevano toccato il suolo, la “magica” spia azzurra che segnala l’avvenuto contatto con il suolo selenico era accesa sul quadro dei comandi del LEM, Armostrong spense i motori annunciando: “ok, engine stop”. Erano le 15h 17m 40s (22H 17m in Italia) di domenica 20 luglio 1969, e finalmente la gioia incontenibile esplose.
I Primi passi sulla Luna
Dall’interno del LEM Buzz Aldrin iniziò a riprendere la scena con una cinepresa mentre Armstrong scendeva lungo la scaletta; non si avventurò subito sul suolo lunare, tornò invece, come da copione, sul primo scalino della scaletta per verificare che non vi fossero problemi in caso di una risalita d’emergenza, ridiscese e infine allungò il piede sinistro verso la polverosa superficie del Mare della Tranquillità.
Compiendo il primo passo sulla Luna, Neil Armstrong verificò che il terreno non riservasse brutte sorprese, tipo sabbie mobili, che taluni avevano paventato. Visto che il suolo teneva egli pose anche il piede destro: a quel punto fu veramente il primo essere umano che camminasse sulla Luna, da lì la famosa frase:
“that’s one small step for man…. One giant leap for mankind” (un piccolo passo per un uomo…. Ma un balzo gigantesco per l’umanità).
Curiosità – la Luna dei Sovietici
Anche i Russi, quasi in contemporanea con il lancio dell’Apollo 11, si misero in viaggio verso la Luna con una missione senza equipaggio: la Sonda LUNA 15, un modulo spaziale multifunzionale che aveva lo scopo di raccogliere e riportare sulla Terra diversi campioni di roccia lunare.
La missione Luna15 fu il terzo tentativo da parte dell’Unione Sovietica di inviare una sonda sulla Luna, fu una missione organizzata in fretta, con lo scopo di riportare sul nostro pianeta i primi campioni di suolo lunare prima del rientro sulla Terra degli astronauti americani.
L’intento ingegnoso dei Russi era quella di far apparire all’opinione pubblica mondiale la missione Apollo 11 un inutile spreco in cui due astronauti avrebbero portato a Terra dei campioni lunari esattamente come poteva fare la stazione automatica russa senza fa correre rischi inutili a esseri umani.
Le due missioni, in contemporanea, Apollo 11 e Luna 15, rappresentarono il culmine della “gara spaziale” tra le due superpotenze.
La Sonda Russa fu lanciata il 13 Luglio 1969 dal cosmodromo di Bajkonur con un razzo vettore Proton, e dopo essere stata parcheggiata in orbita terrestre, proseguì verso la Luna dove si immise in orbita il 17 Luglio, rimanendovi per alcuni giorni.
Il 21 Luglio dopo lo storico sbarco dei due astronauti dell’Apollo 11, Luna 14 iniziò le operazioni di discesa, qualcosa però andò male e mentre la sonda si trovava a 3 km dal suolo lunare, venne perso il controllo; così, Luna 15, invece di eseguire un allunaggio morbido, si schianto al suolo lunare.
Il progetto sovietico fu pertanto un naufragio e un fallimento.
La missione Luna 15, la cui presenza in loco aveva fatto ipotizzare persino attività di spionaggio o di disturbo alla missione Apollo 11, diventò alla fine il simbolo della sconfitta sovietica nella gara verso la Luna.
Nel seguente video si intravede il passaggio di Luna 15 sulla Tranquillity Base ripreso dagli astronauti di Apollo 11:
https://www.youtube.com/watch?v=jfIx9vZXjwM